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Sono laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria...
Da dieci anni ho dedicato alla gnatologia parte della mia attività...
about me... Nato a Recanati il 14 Novembre del 1972, da sempre vive a Civitanova Marche ha frequentato la scuola di odontotecnico presso l’IPSIA di San Benedetto del Tronto dove si è diplomato con il massimo dei voti nel 1991.
Subito passa l’esame di ammissione al corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria ed entra come primo tra gli ammessi. Qui si laurea con lode nel 1997. Nel 1998 presta servizio militare come Ufficiale Odontoiatra a Cagliari.
Dal 1999 esercita la professione privata e finalmente nel 2000 apre il proprio studio a Civitanova Marche.

Negli anni frequenta studi di stimati professionisti e sin da subito si interessa alle interazioni tra occlusione e postura.

Dal 2007 membro ITI e come tale partecipa periodicamente a gruppi di studio organizzati da team ITI
Nel 2009 frequenta il corso di implantologia avanzata tenuta dal dott. Luca Cordaro e Dott. Polido Waldeman in Brasile
Nel 2011 frequenta i corsi annuali di gnatologia secondo Slavicek tenuto dal dott Guido Fichera
Nel 2011-12 il corso annuale di ortodonzia secondo i concetti del Prof. Sadao Sato tenuto da dott. Dario D’Alessio
Nel 2012 frequenta il corso di ortodonzia di Sato tenuto dal Dott. Marco Redana
lo studio e i collaboratori... SIG.RA SHEELA CATUCCI
segretaria ed assistente alla poltrona

SIG.RA PAOLA CERVELLINI
segretaria ed assistente alla poltrona

SIG. ANDREA SCHIAVONI
odontotecnico

SIG. PIETRO RENDINA
odontotecnico

info personali...

nato il
14 Novembre del 1972
laurea
con lode nel 1997 in Odontoiatria
work
nel 2000 apre lo studio

studio di Civitanova Marche...

studio di Servigliano...

In questa sezione vengono spiegati i trattamenti che effettuati presso lo studio odontoiatrico e cenni di alcune delle patologie che colpiscono il cavo orale. In primo luogo si deve tener presente che vengono trattate le problematiche del cavo orale delle persone al fine di ripristinarne la salute in toto, non si trattano quindi le problematiche solo a livello della bocca.
Il cavo orale, e tutti i tessuti ad esso connesso, è infatti l’organo che viene usato per molteplici funzioni, e sopratutto è quello che più usiamo per relazionare con il prossimo. Sue problematiche, infatti, anche se non vitali, possono causare disturbi psico- fisici anche gravi, quindi fondamentale è una giusta terapia, adeguata anche con le esigenze del pazienti che variano da persona a persona.
Le funzioni dell’organo masticatorio sono infatti le seguenti: •masticazione •deglutizione •postura •fonazione •estetico •gestione dello stress (bruxismo)
Importante da considerare che per eseguire terapie adeguate tutte le branche dell'odontoiatria si intersecano e solo raramente le patologie vengono risolte solo considerando un unica sezione.
  • Gnatologia

    La gnatologia si occupa dello studio dei rapporti tra i denti, in chiusura e durante i movimenti della bocca. Quando la bocca è chiusa sono i denti che danno la posizione alla mandibola, quindi denti mal posizionati causano problemi di posizione mandibolare e di conseguenza problemi alle articolazioni mandibolari. E’ importante sapere anche che quando la bocca si muove i denti non devono interferire tra loro, se esiste infatti un dente che interferisce allora la mandibola si muove con dei tragitti che fa evitare l’interferenza esistente. I problemi relativi alla gnatologia si riflettono in quelle problematiche che si chiamano Disfunzioni Cranio Mandibolari. Sintomi più comuni di questi problemi sono rumori articolari, click e crepitii, limitazioni dei movimenti mandibolari, dolori nella zona auricolare, mal di testa muscolo-tensivi, stanchezza a livello della muscolatura masticatoria. E’ grazie alla gnatologia che si può capire quali sono esattamente i problemi che causano i sintomi appena descritti, effettuare diagnosi giuste e di conseguenza intraprendere terapie mirate.

    Come per tutte le pratiche mediche anche per la gnatologia esistono diverse scuole di pensiero, quella a cui il Dott. Massimo Secchiari fa riferimento è la scuola Viennese del Prof. Rudolf Slavicek.

    I mezzi diagnostici utilizzati sono vari e solo dall’integrazione di tutti si può ottenere una diagnosi esatta. Quelli utilizzati nel nostro studio sono i seguenti (clicca sulla singola voce per vedere i dettagli):

  • Igiene e Sterilizzazione

    Quando si entra in un qualsiasi studio medico, la condizione essenziale che deve saltare subito all’occhio è la sensazione di igiene e pulizia. In un ambulatorio dove vengono effettuate delle procedure invasive, questa igiene deve essere ancor di più evidente.

    Dal 2000 la regione Marche ha imposto dei requisiti minimi a tutti gli studi medici ed ambulatori, per poter esercitare la professione. Tra questi requisiti minimi non potevano mancare quelli per la sterilizzazione con l’obbligo di possedere delle attrezzature minime che devono essere controllate annualmente. Oltre però all’obbligo per legge, secondo me esiste un obbligo professionale e morale verso tutti gli utenti che si avvicinano ad uno studio medico al fine di offrire un  servizio di qualità e di serietà.

    Presso il nostro studio vengono da sempre seguite delle linee guida precise al fine di garantire la massima igiene e sicurezza. Scopo di una accurata disinfezione e sterilizzazione è quello di impedire il passaggio di malattie infettive tra un paziente ed un’altro è necessario quindi pulire e soprattutto disinfettare con prodotti efficaci le sale operative tutte la volte che si utilizzano.

    La disinfezione consiste in quelle operazione atte a ridurre al massimo gli elementi patogeni, può essere chimica (sostanze disinfettanti) o fisica (calore), ha il limite di non eliminare tutti i batteri e le spore.

    La sterilizzazione consiste nella eliminazione di tutti i batteri, sia patogeni che no ed anche delle spore, che sono le più resistenti. Anche questa può essere chimica o fisica.

    Un discorso particolare va fatto per gli strumenti usati per le procedure specialistiche. Questi infatti vanno distinti in tre grosse categorie:

    • Articoli non critici: sono quegli strumenti che vanno a contatto solo della cute integra, un esempio può essere la poltrona, quindi non necessita di sterilizzazione, ma è sufficiente le pulizia e la disinfezione.;
    • Articoli semicritici: sono quelli che vanno a contatto con le mucose del paziente, necessiatano di un alto grado di disinfezione, sono al esempio gli specchi per le foto intraorali, o gli apribocca per le foto;
    • Articoli critici: sono quelli che vanno a contatto con il sangue del paziente e quindi necessitano solo della sterilizzazione.

    Nel nostro studio la disinfezione viene attuata attraverso l’uso di sostanze chimiche prodotte dalla Oroclean in svizzera.

    Nello specifico le sale operative vengono pulite e disinfettate con l’Isorapid che è un disinfettante a largo spettro. La presenza di due sale operative permette agli operatori di effettuare una più accurata igiene e disinfezione tutte le volte che vengono usate. Quindi tra un paziente e l’altro vengono pulite e disinfettate le poltrone, i piani di lavoro e tutto quello che viene a contatto con l’utente.

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    A questo punto tutti gli articoli vengono presi e portati alla sala sterilizzazione dove si inizia il processo della profonda disinfezione e sterilizzazione.

    A tal fine lo studio è dotato di attrezzature specifiche che sono la vasca di decontaminazione, la vasca ad ultrasuoni, la sigillatrice ed un’autoclave di classe B.

    Gli articolo critici che non possono essere introdotti in questo ciclo sono solo monouso e quindi buttati tutte le volte che si adoperano, un esempio sono gli aspirasaliva, il puntale per l’aria e le lame dei bisturi.

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    Tutti gli altri articoli vengono messi nella vasca decontaminante per almeno 30 minuti, qui si trovano a contatto con una soluzione disinfettante e detergente base di Orocid Multisept.

    Lo scopo è quello di diminuire al minimo la carica batterica degli strumenti per una più sicura manipolazione da parte degli operatori.

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    Il passo successivo è quello di immergere tutti gli strumenti nella vasca ad ultrasuoni riempita di una soluzione sempre di Orocid Multisept che però è riscalatata a 60 °C. Lo scopo è quello di disinfettare ulteriormente gli strumenti e quello di pulirli dai residui organici o di cemento.

    A questo punto gli strumento vengono risciacquati, asciugati e controllati, quelli ancora sporchi vengono ripuliti meccanicamente e nuovamente disinfettati.

    Gli strumenti così puliti ed asciugati vengono chiusi e sigillati, grazie ad una termosigillatrice, all’interno di buste speciali. Quest’ultime sono costituite da due strati, uno di poliestere e l’altro di carta medicale, quest’ultima permette la penetrazione del vapore durante il ciclo di sterilizzazione, ma a temperature ambiente non permette la penetrazione batterica. Tutte le buste vengono datate a numerate.

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    Ora gli strumenti sono pronti ad essere sterilizzati in autoclave.

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    L’autoclave da noi usata è la Melag 40 B che permette la sterilizzazione degli strumenti con un ciclo a vuoto frazionato. La sterilizzazione si ottiene grazie al vapore che entra a 134°C, quindi con una pressione di più di 2 atmosfere, per un certo periodo di tempo, da 3 a 20 minuti. Il vapore deve entrare in un ambiente privo di aria, e questo lo si ottiene grazie ad una pompa del vuoto che lo crea non una volta sola, ma tre volte prima di procedere alla sterilizzazione. In poche parole la macchina crea prima il vuoto, poi immette vapore, poi si aziona ancora la pompa e ricrea il vuoto e rimette ancora vapore e quindi di nuovo ricrea il vuoto e rimette vapore, per questo si dice che il vuoto è frazionato,  così si ha la sicurezza di non avere più aria all’interno della camera.

    Alla fine del ciclo gli strumenti vengono asciugati e le buste così preparate si possono risistemare nei cassetti e quindi essere utilizzati.

    La prova che le buste sono passate in questo ciclo sta nella busta stessa che presenta una barra colorata che cambia di colore con la temperatura.

    DSC_0010 Nella foto la busta in alto, con le barre rosa, non è stata autoclavata, la busta in basso, con le barre marroni, ha subito il ciclo di sterilizzazione.

  • Ortodonzia

    L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di spostare denti malmessi in posizioni adeguata. Questo viene fatto attraverso delle forze che vengono applicate ai denti e\o alle ossa mediante apparecchi più o meno complessi. Scopo dell’ortodonzia è quello di dare una funzione corretta all’organo masticatorio, quindi non si deve limitare al semplice allineamento ma a ripristinare le corrette funzioni in modo da prevenire eventuali disturbi cranio-mandibolari. Accade infatti che denti dritti e quindi con un’estetica accettabile siano messi in relazione scorretta con quelli dall’arcata antagonista e quindi creare problemi che possono manifestarsi subito o in tempi successivi.

    A livello dentale le malocclusioni si possono scolasticamente dividere in tre categorie:
    •prima classe dentale:
    •seconda classe dentale, la quale ha due sottodivisioni, e cioè I e II divisione;
    •terza classe dentale.

    Cercando di semplificare si può dire che la prima classe dentale è quella ideale che ha minor problemi funzionali ed estetici.

    La seconda classe dentale è caratterizzata da una posizione dei denti della mandibola più posteriore. Ha un maggior rischio di andare incontro a disfunzioni cranio-mandibolari proprio perché la retrusione
    mandibolare causa sofferenza alle strutture articolari che sono più compresse.

    La terza classe è caratterizzata da un rapporto più anteriore dei denti della mandibola rispetto alla prima classe, più raramente va incontro a problematiche legate all’articolazione tempro-mandibolare, ma hanno
    un impatto estetico più importante.

    In realtà la diagnosi di malocclusione è molto più complessa e le patologie sono sono mai nette, ma sono sempre una combinazione di più fattori.
    Per una corretta diagnosi si devono obbligatoriamente eseguire determinati esami che sono i seguenti:
    •Foto intraorali ed extraorali del paziente;
    •Impronte di studio con arco facciale;
    •Cefalometria
    •Eventuale condilografia.

    La scuola di pensiero che applico per le terapie ortodontiche è quella del Prof. Sadao Sato con la tecnica del MEAW.

    Tale tecnica mi permette infatti di armonizzare l’intero organo masticatorio e quindi di far funzionare in armonia denti ed articolazione. Importante sottolineare che a differenza di altre tecniche questa mi permette di trattare i pazienti in modo da individualizzare la terapia.

    In base al momento in cui si interviene si può dividere l’ortodonzia in ortodonzia intercettiva ed ortodonzia dell’adulto.

    La prima si mette in pratica quando una problematica scheletrica inizia a compare quando sono presenti anche denti da latte, in età quindi molto giovane. Personalmente cerco il più possibile a ridurre al massimo il tempo di trattamento in questa fase, infatti lo scopo è solo quello di eliminare difetti macroscopici che limitano e condizionano ad uno sviluppo scorretto delle ossa mascellari. Esempi sono difetti trasversali, cross e morso estremamente coperto. Una volta corretto questo difetto lascio libero di svilupparsi e crescere il sistema masticatorio per rivalutare in seguito la necessita di un trattamento ortodontico fisso che è più efficace e sicuro.

  • Protesi

    La Protesi si occupa della sostituzione di elementi dentari persi per vari motivi quali carie, eventi traumati e/o malattia parodontale, hanno lo scopo di ripristinare le funzioni dell’organo masticatorio. Viene considerata protesi anche la ricopertura di un elemento con una capsula artificiale. Per l’esecuzione di una buona protesi è fondamentale collaborare in modo stretto con l’Odontotecnico, il quale si occupa della costruzione fisica del manufatto protesico.

    Le protesi possono essere classificate in due grandi tipologie, le protesi fisse e le protesi mobili. Le prime sono protesi amovibili che sono ancorate a denti naturali o ad impianti le protesi mobili invece devono essere tolte dal paziente ogni qualvolta deve eseguire l’igiene domiciliare.

    Per la realizzazione di protesi fisse vengono utilizzate molteplici materiali, nel nostro studio vengono limitati al minimo l’uso di metalli, vengono infatti realizzati manufatti metel-free con ossido di zirconio, ceramica feldspatica e/o disilicato di litio. Gli unici metalli usati sono il titanio, usato per gli impianti e per i monconi che vengono avvitati agli impianti, e stellite usata solo sulle protesi mobili.

  • Implantologia

    L’implantologia in realtà più che una branca a se, la considero facente parte sia alla protesi che alla chirurgia. Infatti non è altro che un trattamento atto ad inserire delle viti in titanio, nell’osso, in sostituzione alla radice di uno o più denti, sulle quali verranno applicati dei manufatti protesici.

    La necessità di un’intervento chirurgico diventa dunque fondamentale. Quest’ultimo può essere più o meno semplice in funzione al tipo di terapia protesica da eseguire e alla quantità di osso residuo.

    L’impianto no è altro che una vite, normalmente in titanio puro, che ha una superficie trattata in modo tale che le cellule presenti nell’osso vi si attaccano e quindi permettono una integrazione alle mascelle della vite stessa. Questa vite presenta un’invito filettato, che rimane verso la cavità orale, su cui vi verrà avvitata una componente, chiamata abutment, che ha lo scopo di ancorare il manufatto protesico.

    L’implantologia è una pratica inventata ormai da moltissimi anni, vedi storia dell’implantologia al sito www.dentistaitaliano.it , ed ha dei successi vicini al 100%. Ormai è una pratica quotidiana presso la maggior parte degli studi dentistici, anche perché permettere di risolvere in modo più predicibile e conservativo molte problematiche protesiche, si pensi ad esempio alla semplice sostituzione protesica di un elemento dentario in cui senza l’implantologia si doveva obbligatoriamente preparare i due denti vicini ed applicare un ponte.

    Il successo implantare dipende molto dalla tecnica chirurgica effettuata per l’inserimento, dalla progettazione del manufatto protesico e quindi dalla scelte terapeutiche intraprese dal professionista, ed anche in parte dalla marca dell’impianto usato.

    La tecnica chirurgia è fondamentale nella sopravvivenza a breve termine dell’impianto e cioè influenza la corretta integrazione dell’impianto. Fondamentale è usare un’ambiente di lavoro il più sterile possibile e fare attenzione a mantenere la sterilità dell’impianto durante l’inserimento. Grande variabilità è presente quando si devono inserire impianti in zone con osso residuo ridotto, in questi casi è comunque possibile inserire impianti con l’ausilio di diverse tecniche, quelle che utilizzo nel mio studio sono le e le seguenti:
    •Rigenerazione guidata (clicca qui per maggiori informazioni)
    •grande rialzo del seno mascellare (clicca qui per maggiori informazioni)
    •mini rialzo del seno mascellare (clicca qui per maggiori informazioni)
    •innesto a blocco (clicca qui per maggiori informazioni)

    Oltre a queste ne esistono altre, che non eseguo, alcune per scelta terapeutica, altre a causa di necessità di
    più operatori.
    La scelta terapeutica è importante soprattutto per la durata a lungo termine del lavoro in toto perchè decidere dove mettere gli impianti, il numero degli impianti in rapporto agli elementi dentari da costruire, e la loro costruzione con un rapporto occlusale coretto (vedi gnatologia) influenzano le forze che queste viti devono supportare e quindi una durata più o meno maggiore in relazione a carichi masticatori più o meno corretti.

    In ultimo la marca dell’impianto è importante per una buona riuscita ed una garanzia di lunga durata dei manufatti protesici. Sembra ovvio, ma materiali migliori di ditte serie hanno un maggiore garanzia di successo. Spesso chiunque quando acquista un oggetto si informa su cosa acquista e sa che se sceglie un oggetto di qualità inferiore durerà meno e avrà dei compromessi. Nel caso degli impianti pochi sono quelli che chiedono, un po’ perché si affidano al proprio professionista di fiducia, un po’ perché credono che gli impianti siano tutti uguali. Personalmente usiamo impianti di alta qualità tra i migliori in commercio, la cui ditta produttrice esegue continuamente ricerche scientifiche, è appoggiata da un’associazione di odontoiatri a livello internazionale che da sempre si impegna a ricercare soluzioni implantari migliori, che organizza continuamente gruppi di studio e congressi al fine di perfezionare i propri iscritti, che è la ITI (vedi sito) e sopratutto è nel mercato da più di trenta anni. La ditta è la Straumann(vedi sito). L’influenza data dai materiali dipende dal trattamento delle superfici implantari, che sono sensibili alla migliore integrazione all’osso, alla precisione della connessione tra impianto e abutment, e sopratutto alla sicurezza di trovare pezzi di ricambio anche dopo anni dall’esecuzione dei lavori in bocca.

  • Parodontologia

    La parodontologia si occupa dello studio e del trattamento di tutte quelle patologie che colpiscono i tessuti
    di sostegno dei denti. Il dente è infatti tenuto stabile nell’arcata dentaria da un’insieme di tessuti che sono gengiva, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare.

    Il cemento è il tessuto duro che ricopre la radice del dente, esso ha lo scopo di fare inserire al suo interno
    le fibre del legamento parodontale. Quest’ultime infatti si trovano all’interno di uno spazio detto nello spazio
    parodontale, delimitato tra il cemento del dente e l’osso alveolare dove sono presenti anche vasi sanguigni e nervi.

    Il legamento parodontale si inserisce da un lato nel cemento del dente e dall’altro nella lamina ossea dell’osso alveolare, ha lo scopo di tenere stabile il dente nell’alveolo e gli permette un certo grado di mobilità.

    L’osso alveolare non è altro che l’osso che circonda il dente ed ha lo scopo di ospitare il dente e di dare inserzione al legamento parodontale. Quando per un qualsiasi motivo si perde un elemento dentario, l’alveolo non ha più scopo di esistere e quindi si riassorbe.

    La patologia che colpisce questi tessuti si chiama parodontopatia o parodontite ed è una malattia infettiva
    multifattoriale sito specifica, vale a dire che ha sempre una causa batterica, che ha più concause che aggravano ed accelerano la patologia come fattori genetici, vizi, patologie sistemiche ecc, ed in ultimo può colpire solo alcuni denti ed in maniera diversa.

    Esistono diversi gradi di malattia parodontale. La forma più lieve si chiama gengivite ed è costituita da una
    infiammazione gengivale che da sintomi come gonfiore sanguinamento ed a volte dolore. E’ caratterizzata da una mancanza di perdita di attacco, presenta delle pseudotasche dovute al gonfiore gengivale. Fortunatamente se trattata si riesce ad avere una guarigione completa ed un ripristino dei normali tessuti. Il trattamento consiste in semplici sedute di igiene professionale e solo a volte necessita di terapia farmacologica come ad esempio antibiotico.

    Se non trattata la gengivite si può trasformare in una forma di parodontite più grave caratterizzata da perdita di tessuto di sostegno del dente, quindi di osso e legamento parodontale, e alla formazione di tasche parodontali. Queste sono degli spazi virtuali tra dente e gengiva caratterizzati dalla presenza di batteri i quali protetti dall’ambiente orale continuano imperterriti a proliferare ed a peggiorare la malattia parodontale sino alla perdita totale del tessuto e conseguentemente del dente. I sintomi, oltre a quelli della gengivite, sono caratterizzati da mobilità accentuata degli elementi dentali che aumenta all’aumentare della perdita di attacco. Nei casi più gravi alla mobilità si aggiunge la produzione di pus all’interno delle tasche, per questo una volta veniva chiamata piorrea, ma in realtà non è una patologia a se, ma lo stato avanzato di questa patologia.

    In questo caso il trattamento consiste sempre in sedute di igiene professionale, che servono per diminuire la carica batterica della bocca, ma lo scopo è quello di eliminare i fattori che possono impedire una corretta igiene domiciliare, primi tra tutti le tasche parodontali. Tale trattamento si effettua con skeling e levigatura radicolare che può essere fatta con o senza apertura di un lembo chirurgico.

    Purtroppo la perdita di tessuti parodontali è irreversibile, ed il trattamento non consente la guarigione completa dei tessuti, quindi lo scopo rimane quello di bloccare la malattia ed impedire ulteriori peggioramenti. In alcuni casi si riesce a far riformare parte dei tessuti di sostegno del dente tramite degli interventi chirurgici di rigenerazione ossea utilizzando materiali di innesto, membrane e amelogenine.

    Nel nostro studio vengono usati materiali di innesto osseo sintetici (Straumann BoneCramic) o di origine
    bovina (Bio Oss Geistlich). In combinazione il Dott. Secchiari usa le ameligenine (Straumann Emdogain) che
    stimolano i tessuti alla produzione di nuovo attacco.

  • Prevenzione

    La prevenzione è la prima tra i trattamenti che dovrebbe essere presa in considerazione, perché un qualsiasi trattamento eseguito, anche dal miglior terapeuta al mondo è sempre peggio di quello che madre natura ci ha donato.

    La prevenzione va fatta periodicamente ogni sei mesi, nel nostro studio le visite di controllo dei pazienti vengono programmate da subito a fine trattamento perché consideriamo fondamentale la prevenzione delle patologie, per tali controlli non è richiesto alcun compenso, in ogni periodo dell’anno, e non solo ad ottobre, perché la prevenzione funziona sempre e non serve per pubblicizzare alcun prodotto.

    Un trattamento che viene considerato come prevenzione è la semplice ablazione del tartaro, e naturalmente insieme ad istruzione di igiene orale. Infatti la vera prevenzione si fa tutti i giorni con una corretta alimentazione ed una corretta igiene orale.
    L’uso dello spazzolino e del filo, almeno due volte al giorno, è fondamentale per prevenire carie e problemi parodontali. Attenzione però che a volte un’eccessiva igiene, o meglio un uso eccessivo di spazzolini duri, dentifrici abrasivi ed eccessiva forza possono causare problemi ai denti ad alle gengive, Infatti alcune recessioni ed abrasioni al colletto sono causati da eccessiva forza alle spazzolamento ed uso di dentifrici sbiancanti, infatti quest’ultimi sono i più abrasivi e quindi quelli da evitare.

    Consiglio quindi l’uso di spazzolini piccoli e di durezza medio-morbida, con l’uso di dentifrici a bassa abrasivita, quest’ultimi sono principalmente quelli per denti sensibili che oltre a contenere sostanze specifiche devono essere poco abrasivi per limitare al minimo l’effetto sensibilizzante ai denti.

  • Conservativa

    La conservativa è quella braca dell’Odontoiatria che si occupa della cura dei denti cariati tramite l’eliminazione del tessuto dentale patologico e la sua sostituzione con materiali specifici. Con la conservativa ha quindi lo scopo di conservare il più possibile i tessuti sani dentali e di sostituirli con materiali artificiali il più compatibili possibili. Esistono diversi materiali che vengono usati per tale scopo, i più usati sono le amalgame d’argento ed i compositi.

    L’amalgama è il materiale più vecchio usato in conservativa, è quello che ha una durata maggiore, ma ha una estetica pessima, infatti ha un colore che va dal grigio chiaro al nero. I suoi componenti sono metallici e principalmente sono argento, stagno, rame e mercurio. Negli ultimi anni ha suscitato notevoli polemiche proprio a causa dei suoi componenti indicandola come potenzialmente tossica per l’organismo. Proprio per questo motivo, e per le crescenti esigenze estetiche, nel nostro studio, l’amalgama non viene più usata. Il materiale di elezione che si usa è quindi il composito che ha caratteristiche estetiche buone ed ormai, se utilizzato con le dovute precauzioni, ha una durata paragonabile a quella dell’amalgama. E’ un materiale costituito da una parte inorganica inglobata in una matrice di resina.

    Appare come una pasta morbida che si indurisce con la luce(fotopolimerizzabile), l’uso di questo materiali subisce però influenze negative da un’ambiente umido, quindi quando usato si devono usare particolari attenzioni isolando bene il “campo di lavoro” con rulli salivari o ancor meglio con l’uso di una diga di gomma, la quale tiene ben asciutto il dente e quindi permette una ricostruzione più precisa e più duratura. Quando non si riesce ad isolare bene si deve
    optare all’utilizzo di materiali alternativi, vetroionomeri, che hanno una maggiore resistenza all’ambiente umido, anche se sono meno duri e resistenti.

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